martedì 5 agosto 2014

Levante news Scuola/ Sestri; “Dalle direttive europee al riscaldamento negato”


 da Enrica Gianelli (presidente del Comitato Genitori Comprensivo di Sestri Levante) riceviamo le considerazioni, a titolo personale, dopo l’imposizione della settimana corta nelle medie superiori
 Le considerazioni sono complesse e molteplici ma, molto sinteticamente mi permetto di esprimere un parere personale:
Se è vero che facciamo parte dell’Europa e l’obiettivo per il 2020 è ridurre il tasso di abbandono scolastico al 10% e portare il 40% dei giovani con una laurea  o un diploma, le strategie nazionali, regionali non hanno ancora avviato nessun processo per favorirne il raggiungimento nei prossimi anni, anzi mi pare che proprio di recente ci sia in un momento di austerity l’impegno di amministratori regionali per  favorire finanziamenti alle scuole paritarie private, dimenticando del tutto le urgenze delle scuole superiori (accorpamenti e cancellazioni corsi e ore di laboratorio per mancanza fondi)
Tutto fa pensare ad un inevitabile“collasso ” dell’istruzione pubblica.
Le motivazioni che hanno messo  in difficoltà la P.I. sono,
La burocrazia : i provvedimenti, quasi due al giorno a cui vanno ad aggiungersi quelli regionali, provinciali, comunali: inviati è vero per via telematica, ma stampati e protocollati giornalmente nelle scuole, con un carico di lavoro e rigidità tutte italiane. Occorre, poi, aggiungere il peso e il costo di una amministrazione che non si fida di se stessa. Molti provvedimenti, che hanno ricaduta sul personale e sul funzionamento della scuola, richiedono controlli di un ministero su un altro che si concretizzano, anziché in un lavoro in team in un lungo epistolario. Ovviamente a questo si aggiungono i controlli da parte della Corte dei Conti e del Consiglio di stato.
 Il divario di stipendio:  rispetto alla media europea, tra lo stipendio di un insegnante italiano, a inizio e a fine carriera, rispetto ai suoi colleghi degli altri paesi dell’Unione. Nel dettaglio, se un insegnante italiano di scuola media ad inizio carriera guadagna 24mila euro (la media Ue è di 28 mila) un collega tedesco ne guadagna 42 mila, uno spagnolo 34 mila. Al massimo della carriera, dopo 35 anni, un docente di scuola superiore in Italia arriva a guadagnare quasi 39 mila euro lordi l’anno ( la media Ue è di quasi 49 mila) un tedesco ne guadagna 63 mila, uno spagnolo 48 mila, un francese 47 mila. Va inoltre considerato che, avendo l’Italia il carico fiscale tra i più alti, la differenza, al netto è anche maggiore.
 Unica differenza a nostro vantaggio, che stanno cercando di togliere o ridurre come sta accadendo per l’orario “modulo”,  il tempo pieno e prolungato che è solo una tipicità della scuola italiana.
l problema, non è tanto la durata della settimana o del percorso, ma la sua qualità in relazione a due aspetti fondamentali dal punto di vista formativo: la capacità della scuola di orientare alla acquisizione di saperi e saper fare specifici, attraverso l’opportunità di sperimentare conoscenze nuove, di approfondirle in senso teorico, e di praticarle, agendo sulla motivazione, la creatività e la curiosità, che sono le molle fondamentali per operare scelte consapevoli e per aiutare i giovani a scoprirsi come soggetti autonomi; l’offerta di occasioni di studio e riflessione sul senso di quello che si è appreso e di quello che si vorrà/potrà apprendere, in vista dell’acquisizione di solide competenze per costruirsi una prospettiva di futuro.
 In qualità di genitore temo nonostante le rassicurazioni dei Dirigenti che non siano politicamente sostenute. Siamo destinati a far parte della “terza Europa”.
Enrica GIanelli

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